Anche il più complottista, anche quello che non ci ha mai creduto, anche quello che pensa che sia tutto finito, almeno per il momento, non potrà mai tornare alle proprie abitudini. Soprattutto se si tratta di viaggiare.
Ecco 6 comportamenti in viaggio che saranno diversi.
Si resta in Italia
Beh, i numeri dicono questo. Prendiamo un esempio per tutti, l’isola di Ischia: tantissime persone ma niente stranieri. E, la stessa cosa, facciamo noi con l’estero. Beh, i motivi sono principalmente due: la paura di trovarsi in un focolaio in una zona che non si conosce e il fatto che possano esserci decisioni ‘improvvise’ del Governo dello stato in cui sei attualmente.
La conseguenza? Da un lato c’è la possibilità di riscoprire le meraviglie italiche, magari vicino casa. E, dall’altro, incentivare il turismo italiano, complice anche il bonus vacanze.
Più distanziamento sociale
Lo sappiamo. Le immagini che girano sul web non lasciano ben sperare: in spiaggia, libera o privata che sia, salvo alcune eccezioni, non è cambiato praticamente nulla.
Ma, in realtà, c’è comunque, almeno in maniera ‘intima’, il fatto di mantenere il distanziamento sociale. Ormai, tutti gli alberghi hanno dei percorsi – almeno sulla carta – obbligati di entrata e uscita, di file ben ordinate per l’attesa e, soprattutto, una sanificazione regolare.
Maggiore attenzione all’igiene
Alzi la mano chi ha visto, prima del Covid-19, all’ingresso il sapone liquido o, comunque, del disinfettante. A meno che non sia un albergo estremamente lussuoso, era difficile trovare situazioni del genere.
Oggi, invece, è esattamente l’opposto. Se entriamo in una struttura ricettiva ed è leggermente sporca, subito ci facciamo i complessi. Prima del 2020, molte volte, non ci facevamo nemmeno caso. Oggi non è più così. Giusto? Sbagliato? Non stiamo qui a giudicare ma stiamo semplicemente valutando l’evolversi del fenomeno.
Quindi, se sei un vacanziere e trovi strutture ricettive più pulite non ti meravigliare. Se sei un albergatore, beh, metti questo punto tra gli aspetti da non trascurare.
Attenzione al prezzo
Se prima il prezzo era una delle variabili più importanti, oggi possiamo dire che è quasi quella decisiva. Due mesi di lockdown, la cassa integrazione che tarda ad arrivare, il lavoro che non c’è (e chi lo cerca non riesce a trovarlo) hanno reso ancora più ‘strette’ le vacanze di agosto.
Inutile dire “allora non fattele le vacanze”. All’italiano puoi toglierti tutto (o quasi) ma non le classiche vacanze estive. Quelle del mese più caldo dell’anno.
E, se sono irrinunciabili, bisogna tagliare le spese. Già in questo periodo si possono vedere come i prezzi sono scesi e, quindi, per chi magari ha mantenuto il suo lavoro può approfittarne.
Chi, invece, barcollava già prima e oggi è sulla linea sottile dell’equilibro economico, deve calmierare le spese.
Niente viaggi allo sbaraglio
Se prima era molto più semplice prendere e partire all’avventura, oggi una persona mediamente ci pensa un po’ di più. Questo perché partire allo sbaraglio significa, magari, incorrere in hotel pieni (ma per via delle disposizioni anti-Covid19) o, comunque, in traghetti/aerei la cui capienza potrebbe essere ridotta della metà.
Si rischia, in altre parole, di trovare tutto pieno e, quindi, di rimanere a bocca asciutta. E se le vacanze vengono rovinate, bisogna aspettare un altro anno, se tutto va bene. Nella speranza che non ci sia l’ondata di ritorno.
Più prestiti
Secondo un recente studio di prestitimag.it sono molti gli italiani che preferiscono richiedere un piccolo prestito per viaggiare. Era un’usanza già in voga in tempi ‘belli’, senza CoronaVirus. Figuriamoci ora dove i soldi non ci sono e le persone devono pur pensare a svagarsi.
Proprio per questo, ci sono diverse opzioni che puoi utilizzare. Anche considerando che le banche sono a un bivio: od offrire condizioni migliori e ‘rischiare’, in modo da aumentare la platea, oppure essere ancora più rigidi e non correre il rischio di dare credito a persone che, poi, non sarebbero in grado di pagare il loro debito.
Qual è la scelta migliore? Non lo sappiamo. Ci limitiamo soltanto a esporti le varie possibilità.
Niente ostelli
Gli ostelli, giustamente, stanno lamentando la fame. Come e peggio degli alberghi. Perché l’ostello di per sé è condivisione, è spazio ridotto, è zero distanziamento sociale.
Impossibile da fare in tempi di CoronaVirus. Impossibile da gestire in questo periodo. Quindi? Quindi o si ‘snatura’ (stanze che erano per 4 diventano per due, ad esempio) oppure chiude in attesa di tempi migliori.
Arriveranno? Noi ci auguriamo di sì. Anzi, ne siamo convinti. Perché, come dice un vecchio detto, non può piovere per sempre.